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Ultimi rimorsi prima dell’oblio

+ d'infos sur le texte de Jean-Luc Lagarce traduit par Franco Quadri
mise en scène Lorenzo Loris

: Note di regia

di Lorenzo Loris

In Ultimi rimorsi prima dell’oblio, Jean-Luc Lagarce esprime il mistero del legame famigliare e il bisogno di appartenenza, spesso insoddisfatto, che pulsa in ogni essere umano. Allo stesso tempo la pièce – con il suo susseguirsi di parole non finalizzate alla comunicazione ma proferite per la pura ansia di affermare la propria presenza - restituisce il clima, la temperie socio-culturale degli anni ’80.

In una scena solo apparentemente statica, idealmente assediata da un’epoca in cui tutto si brucia, il testo di Lagarce ferma l’attimo e si stampa nella mente così come un istante di vita si imprime sul frame di una pellicola fotografica: il teatro, dunque, come la fotografia, risponde al bisogno di arrestare l’istante, per farlo proprio, perché non si perda nel caos

Ma, pur se la pièce cattura frammenti di vita, utilizzando molto la tecnica cinematografica del contrasto fra primo piano e background, lo spettatore avverte un disagio: assistiamo da parte degli attori alla totale mancanza di ascolto, alla loro assoluta incapacità di comunicare, all’assenza continua di risposte.
La casa è un pretesto per parlare, è un contenitore del nulla che contamina i personaggi.
Essi non sciolgono nessun nodo, né riescono a sfogare le loro frustrazioni personali o a risolvere le dinamiche dei loro rapporti. Così entrano in relazione tra loro solo prefigurando un prossimo incontro che forse non vogliono.
Tuttavia lasciano qualcosa in sospeso: il problema della casa non è stato risolto.
La casa - oggetto del desiderio, fulcro delle loro esistenze, simbolo di tutte le rimozioni possibili - è l’utero materno, è ciò che dà calore, che testimonia l’appartenenza. I muri dividono ma proteggono e, soprattutto qui, non si abbattono: né quelli della casa, né quelli che ogni personaggio ha costruito dentro di sé.
Nessuno dei tre ha il coraggio di chiudere col passato perché i ricordi li tengono ancora vicini, nonostante che lo scorrere del tempo sciolga progressivamente il legame.
E, come un cordone ombelicale che tutto sommato li tiene imprigionati e che loro non riescono a tagliare, la casa rimarrà ancora lì, realtà tangibile la cui esistenza minaccia o promette di rimettere in gioco le loro vite. E che in futuro, forse, a dispetto di ciò che dicono, li convincerà a un altro incontro, più reale e più vero di quest’ ultimo.

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